Parlare oggi di Templari si rischia di
confondersi con una nebulosa cinematografia ed una fosca
letteratura fantasy che ha trovato in Dan Brown una soluzione
molto commerciale di unificazione fra varie credenze e
vulgate. I Poveri Commilitoni di Gesù Cristo e del Tempio
di Salomone sorsero nel 1118 dal sodalizio tra Ugo de’
Pagani ed altri 8 cavalieri; nel 1120 Baldovino II, re di
Gerusalemme, diede loro l’area in cui sorgeva l’antico
Tempio di Salomone presso il Santuario della Roccia
–erroneamente conosciuto “Moschea di Omar” o “della Cupola
d’Oro”- ove Maometto ascese al cielo. La cupola d’oro
risulta il loro quartier generale e ciò è confermato da
diversi sigilli che venivano usati dai Templari.
Ma da che cosa deriva questa Sacra Milizia?
Papa Urbano II –a Clermont- chiese ad avventurieri occidentali
-che troppo spesso si riveleranno opportunisti masnadieri
volenterosi di saccheggi- di difendere i Loca Sancta
distrutti dai musulmani; difatti nel 1009 il Califfo
fatimida Al-Hakim
ordinò la soppressione di sinagoghe e chiese. La
chiamata alle armi del pontefice produsse un’unanime allerta
fra gli stati europei -uniti dalla cristianità da oltre mezzo
millennio- quale reazione alla demolizione del Santo
Sepolcro comandata dal fatimide. Al grido “Deus
lo vult!” si diffuse la Crociata. Goffredo da Buglione
nell’Anno del Signore 1099, il venerdì all’ora nona –l’ora in
cui Cristo morì durante il Venerdì Santo- di venerdì 15 luglio
conquistò con i lombardi la città di Gerusalemme
issando la bandiera con la croce rossa potenziata circondata
dai quattro piccole croci –5 come le Piaghe di Cristo-.
Di supporto ai Crociati si vennero
formando Ordini Monastico-Cavallereschi che
presidiavano le arterie di fede e i luoghi di culto
presso la Terra Santa. Un arduo compito quello dei monaci
d’outremer che dividevano la giornata fra preghiere
e servizi, quali veri e propri turni di polizia stradale
per difendere i numerosi Pellegrini che molto spesso
allungavano le loro traiettorie per essere scortati dai
monaci in arme che li difendevano.
Già in tempi antichi fu teorizzata da
Sant’Agostino l’autodifesa che determinò la nascita di
questi ordini dopo diversi secoli. Durante il medioevo
quest’ideale di giustizia ebbe modo di coniarsi con la
profondità e spiritualità di sorgenti gruppi monastici.
Grazie al sostegno di S. Bernardo da
Chiaravalle, monaco cistercense e nipote di Andrée de Montband,
si costituì l’Ordine del Tempio durante il Concilio di
Troyes nel 1128; per loro compose la regola De laude novae
militiae ad Milites Templi. Caratteristica della Sacra
Milizia era l’aspetto militare e la autonomia da qualsiasi
potestà, tranne quella papale. Precedentemente la nascita dei
Templari era attivo in Gerusalemme dalla seconda metà
dell’XI secolo una comunità di monaci benedettini che
servivano l’Hospitale di San Giovanni. I monaci del Tempio
nascono principalmente per la difesa armata –tanto da
essere dei monaci-guerrieri-, mentre i Giovanniti
difendono i poveri, gli ammalati e i pellegrini. Il patriarca
di Gerusalemme, Stefano, assegna ai Templari una
doppia croce patriarcale che fu poi integrata dalla
croce patente rossa solo nel 1148 sempre sul bianco
mantello, simbolo della purezza. L’abito era simile ai monaci
cistercensi, la bandiera –Beaussant- era bipartita
bianca/nera -a simboleggiare l’equilibrio fra la terra ed il
cielo- mediata ovviamente dal simbolo della Croce di Cristo.
Entrarono a far parte di questa Religione
soprattutto figli di famiglie nobili, di agiati mercanti, ma
anche borghesi e persino poveri che si vedevano assicurata una
felice vecchiaia. Sergenti, maniscalchi, fratres e
confratres: queste le maggiori differenziazioni
nell’Ordine. La Brianza è terra di templari, difatti il
primo Minister Templi di lingua italiana è un nostro
conterraneo: Frà Dalmazio da Verzario. Quest’importante
uomo, cadetto di una ricca e nobile famiglia originaria di
Verderio, costruì dei primigeni complessi templari in
Lombardia, si mise alle dipendenze di S. Bernardo, per
diffondere l’Ordine nelle nostre terre.
I cavalieri d’outremer
in Medio Oriente si ricoprirono di grande gloria; si pensi che
su 23 Gran Maestri dell’Ordine ben 13 morirono sul
campo di battaglia con la spada in mano.
Ai Templari si deve molto, ma la loro
più grande invenzione fu il consentire ai Pellegrini di poter
esigere danaro esibendo lettere di traenza; ciò consentì al
viaggiatore di evitare di portar con sè soldi –scongiurando di
esser derubati-. Oggigiorno esistono i bancomat e pare
scontato, ma per quei tempi si trattò di una rivoluzione
economico-bancaria grandiosa. La milizia armata di S.
Bernardo bonificò molte terre, come e con i cistercensi,
al fine di aumentare le ricchezze da inviare agli eserciti
dislocati presso i Loca Sancta.
In Lombardia esistono numerose “precettorie”
che servivano da basi logistiche per arruolare cadetti da
inviare, una volta addestrati, in Terra Santa. Alcuni
toponimi confermano la loro presenza: ad Aicurzio la località
de La Commenda e del Castel Negrino, oltre la
zona attorno al policlinico di Milano, l’antica Commenda
templare, quartier generale lombardo.
Le case templari –dette Domus-
erano fortificate, con torri di guardia, con un fossato, un
cimitero, una cappella priorale (di solito dedicata ai
Santi Biagio, Giacomo, Giovanni Evangelista, Leonardo,
Maddalena, Margherita e Tommaso Becket, oppure
Santa Maria del Tempio), scuderie e vivarium
–pescherie, poiché questi monaci facevano largo uso di pesce-.
Ogni mansiones disponeva di grancie
ed il commendatario percepiva canoni, pedaggi,
diritti di giustizia o corvées dai contadini. I Templari
erano abili amministratori e dalla vendita delle materie
prime gestivano l’innovazione agricola delle colture, una
parte di ciò che si realizzava dalle vendite dei prodotti
veniva impegnato per l’acquisto di armi e cavalli.
Con l’ascesa al potere di Saladino i musulmani
conquistarono Gerusalemme, nel 1291 cadde San Giovanni
d’Acri in mano ai Saraceni e si chiuse -dopo quasi due
secoli- il Regno Franco d’Outremer. I Templari si
ritirarono a Cipro per aiutare gli Ospitalieri e per
tentare di riorganizzare una nuova Crociata che l’Europa non
volle sostenere.
Filippo il Bello, re di Francia, cercò di far
eleggere ai vertici dell’Ordine diversi suoi satelliti
per evitare di restituire ingenti somme avute in prestito dai
monaci-guerrieri. Venerdì 13 ottobre 1307 vennero arrestati
oltre mille cavalieri, il papa Clemente V cedette alla
pressione del monarca francese e ordinò nel 1312 la
soppressione dell’Ordine del Tempio.
I Poveri Commilitoni di Cristo e del Tempio
di Salomone scomparirono definitivamente il 18 marzo 1314
quando Jacques de Molay -ultimo Gran Maestro- fu arso a
Parigi, sotto il ponte de l’Ile, mentre il fuoco lo uccideva
fieramente fissava Notre Dame.
Così finì tragicamente l’epopea dei cavalieri
del silenzio, monaci senza macchia e paura, militi erranti,
cavalieri di Dio resi celebri dal loro sigillo: «Non a noi, o
Signore, non a noi, ma al Tuo Nome dà gloria!»
Prof. ALESSIO VARISCO
Storico dell’arte e saggista
Direttore "Antropologia Arte Sacra"