VIMERCATE E LA PESTE
La città di Vimercate è madida di storia:
ville, palazzi e chiese. Nulla da invidiare a capoluoghi ben
maggiori, peraltro abbastanza vicini: Monza, Milano e
Bergamo. La ricchezza di Vimercate, anticamente Vicus
Mercati ovvero “villaggio del mercato”, è
rappresentata dalla felice posizione strategica: sorge sulla
strada che da Mediolanum conduceva al guado di
Trezzo sull'Adda. Questo reticolo di vie è segnalato
dalla presenza di un antico Hospitium ad Aicurzio,
eretto nel XII secolo su un precedente castelletto posto
sulla via consolare. Vimercate era dunque lambita da
passaggi commerciali, percorsa da pellegrini e
mercanti. Il primigenio insediamento è certamente di
epoca romana, di ciò è dato prova dai numerosi sarcofagi e
materiali lapidei poi impiegati come materiale di spoglio
per la costruzione del basamento della torre campanaria
della Collegiata di Santo Stefano, la principale
chiesa che sorge nel centro storico.
E’ necessario poi fare menzione degli
affreschi dell'Oratorio di Sant'Antonio, del
Convento di San Francesco e della chiesa di Santa
Maria Assunta a Ruginello oltre gli affreschi del
Casino di caccia Borromeo ad Oreno. Ma la grande
testimonianza -un unicum nel suo genere- è il Ponte
di San Rocco risalente ad epoca romana, le sue arcate del
III secolo d.C. sono state restaurate nel 2002. Le due
poderose porte medievali a torre passante, inquadrano
quello che fu l’antico valico romano sul Molgora, costruite
in oltre un millennio ne hanno modificato l’aspetto e
l’assetto funzionale. Il ponte di San Rocco rappresenta una
“icona” architettonica che riassume nelle sue forme
l’utilità alla fortunosa opera d’ingegno visivo, una poetica
che catapulta l’intero borgo nel medioevo. Questo antico
collegamento sul torrente Molgora è risalente all’epoca
romana, solo nel XII secolo venne sovrapposta una porta
difensiva. Il ponte era un mezzo difensivo, si vedano le
numerose feritoie, ed assunse una forma fortificata a
partire dall’innalzamento della torre occidentale, limitrofa
al centro cittadino e dalla pianta trapezoidale, che è
indicata nel 1153 dalle cronache come Porta de Moriano.
Anticamente la porta era molto più bassa, è rimasta la
caratteristica merlatura guelfa in laterizio,
e sull’arco in pietra cui spicca una piccola protome
umana ad occhi sbarrati, della fine del XII secolo,
un’immagine antropomorfa elemento plastico distintivo
dell’arte romanica. Durante il XIV secolo fu innalzata la
porta orientale –a pianta rettangolare- e sopraelevata
quella verso il borgo –a scopo difensivo-. Il Ponte di San
Rocco è l’unico esempio lombardo di ponte fortificato
medioevale. Nel tempo ha acquistato una forte valenza
simbolica e storica: si tratta dell'unica porta d'accesso al
borgo sopravvissuta, poiché le altre durante l'Ottocento son
state abbattute.
Vimercate subisce numerose carestie e
pestilenze nel XVII secolo che ne riducono drasticamente la
demografia con una perdita di quasi la metà della
popolazione; la maggior parte dei vimercatesi morirono di
peste. In occasione di queste epidemie si radicò nel
territorio una vera e propria venerazione al Santo della
Peste che è San Rocco, il ponte romano assunse il titolo
di ponte di San Rocco e nel volgo si impose la
supplica al santo di Montpellier di cui sono riportate
immagini nell’oratorio di Sant’Antonio Abate, un santo
invocato per il cosiddetto fuoco di Sant’Antonio che era un
virus simile a quello della varicella che in quegli anni
procurò tante vittime. Verso la fine del Seicento si
registrò una lenta e progressiva ripresa economica: venne
riedificato il Santuario della Beata Vergine con
l'intervento dei migliori tecnici dell'epoca, per custodirvi
la miracolosa statua della Madonna che aveva fatto
cessare il morbo con il miracolo del 1630.
Prof.
ALESSIO VARISCO
Storico
dell’arte
Direttore
Antropologia Arte Sacra