Il labirinto di
Chartres
I labirinti sono antichissimi e
diffusamente riprodotti in molte culture, con significati
religiosi ed antropologici più o meno simili. I labirinti
maggiormente conosciuti sono certo quelli delle cattedrali
cristiane –costruite in epoca medievale-, ovviamente
caratterizzati da un significato tipicamente religioso. Detto
questo il significato del labirinto nelle imponente basilica
sede della cattedra del vescovo -immagine e luogo del
depositum fedei nonché del più elevato munus docendi
zonale- vuol rappresentare l’ascesa dei christifideles
nel cammino personale di ciascuno. La presenza del labirinto in
una chiesa, peraltro nella cattedrale, è immagine perciò della
religiosità popolare fatta di gesti ed atti –non magici- che
esprimono la volontà dell’uomo di giungere al centro e “mirare”
il bersaglio che è il telos dell’uomo ossia arrivare a Dio
baricentro della vita umana.
Nel corso dei secoli successivi,
superati il XV secolo, ebbero un primo declino, sino a perdere
il loro significato spirituale durante il XVII e XVIII secolo
sfortunatamente si è andato perdendo la profonda prassi rituale
segno della religiosità popolare. Come ciascun elemento che cade
in declino, in una sorta di dimenticatoio, il labirinto viene a
lungo misconosciuto proprio nei luoghi in cui la prassi
–correlata ad una cultura del “pellegrinaggio”- perde
completamente l’autenticità dei suoi gesti sacri ed esprimenti
una profonda religiosità. Uno dei motivi di questa decadenza è
determinato anche dagli stessi ecclesiastici che determinarono
la perdita di questa prassi devozionale, tipica della pietà
popolare medioevale e di una vera e propria “translatio
Hierosolymae”.
Nel seicento il labirinto della
Cattedrale di Chartres viene considerato «un gioco senza senso,
una perdita di tempo».
Nonostante questa perdita di appeal Chartres conserva il suo
prezioso labirinto, per fortuna, che è il più grande giunto
dall'epoca medievale ai nostri giorni ed uno dei meglio
conservati. Venne costruito nel Duecento entro il pavimento
della navata
e complessivamente raggiunge una circonferenza di 12,85 metri.
L’intero percorso ha una lunghezza complessiva di 261,5 metri.
Altri celeberrimi labirinti vengono purtroppo distrutti; è il
caso nel 1690 della cattedrale di Auxerre, nel 1768 del
labirinto di Sens, nel 1778 a Reims,
quello di Arras nel 1795 e ad Amiens nel 1825.
Il labirinto di Chartres è un unicum,
dal disegno circolare, così come avviene per il labirinto della
cattedrale di Sens. L’altra tipologia di labirinti erano quelli
poligonali:
quadrilatero quello di Reims, ottagonali quelli di Arras e di
Amiens.
Il sistema del labirinto -sia esso
circolare o geometrico- prevede un’entrata, un camminamento al
suo interno ed una fine collocata al centro del medesimo,
indipendentemente dall'andamento geometrico del percorso, a
tutti i suddetti labirinti. Tutti i labirinti sono un viaggio
verso il “centro”, un’esplorazione verso Gerusalemme.
Una rispondenza fra il pellegrinaggio
–forma penitenziale per antonomasia molto in voga nel Medioevo-
ed il labirinto. Un’ulteriore enigma la presenza di alcuni
labirinti lungo le direttive più peculiari degli itinerari dei
pellegrinaggi: la rua del Camino, la via Francigena. Il
labirinto è simbolo del pellegrinaggio terreno verso la Città
Santa,
nelle mappe medievali Gerusalemme era disposta al centro del
mondo. La Gerusalemme simbolizzata nel labirinto non è quella
terrestre, bensì la Celeste. La cattedrale è un simbolo della
Città Santa, come affermato dal Libro della Rivelazione.
Il viaggio attraverso il labirinto simboleggia il nostro viaggio
attraverso la vita che ha termine nella vita eterna in Paradiso.
Nell’anno 1792 viene rimossa una
placca di bronzo dal centro del labirinto di Chartres per essere
fusa durante le guerre napoleoniche, sono ancora visibili nella
pietra i fermi metallici con cui era ancorata. La placca avrebbe
rappresentato Teseo e il Minotauro, alle loro spalle era Arianna
che teneva in mano il gomitolo di lana con il quale -secondo la
leggenda cretese- ella diresse Teseo sino al Minotauro, sfidando
un altro celebre labirinto e cioè quello di Dedalo.
Una riproduzione del labirinto di
Chartres è incisa su uno dei pilastri prossimi all'entrata
presso la cattedrale di Lucca. Il multiplo riprodotto ha misure
decisamente inferiori ed è databile intorno al XII secolo,
accompagnato da un'iscrizione in latino:
«Hic
quem Creticus edit Daedalus est laberinthus de quo nullus vadere
quivit qui fuit intus ni Theseus gratis Ariane stamine jutus».
Una sorta di prefigurazione cristica
la battaglia fra Teseo ed il Minotauro è la stessa fra San
Giorgio ed il drago. Il labirinto -nell'interpretazione
cristiana- rappresenta una sorta di psicomachia,
proprio dentro di noi lungo il percorso che compone il labirinto
delle nostre vite, le forze del bene e del male. Il labirinto è
un simbolo della lotta che ha avuto inizio con il peccato
originale di Adamo ed Eva. Nella Cattedrale di
Chartres,
proprio al di sopra del labirinto, in una vetrata del XIII
secolo, è raffigurata nella vetrata dell'abside meridionale
la vicenda genesiaca.
Nel portale meridionale della cattedrale raffigura il Cristo
trionfante su un leone e un drago è un’allegoria della vittoria
finale del Redentore sulle forze sataniche. Questa battaglia del
bene sul male ci dimostra la conquista del Paradiso.
La maggior parte dei labirinti cristiani e non hanno solo un
intricato tragitto al loro interno, che dirige lentamente ma
ineluttabilmente ad una destinazione finale, è simbolo del
viaggio dell’uomo dalla nascita alla morte.
In ogni caso nei dedali è possibile perdersi, mentre in ambito
medioevale il labirinto è un esercizio per ritrovare se stessi,
la fede ed intendono che la morte non costituisce la fine. Il
decesso –nell’ottica cristiana- è una nascita presso il regno
dei cieli, la porta mediante la quale –finalmente- l’uomo può
toccare il vertice assoluto e giungere finalmente presso il
paradiso.
Il personaggio cardine Arianna –con il suo filo- che in chiave
cristiana è riprodotta dalla Ecclesia -e cioè la
Chiesa e la Grazia Divina- attraverso la quale l’uomo
ottiene la salvezza.
Il Giudizio Universale che campeggia sulla porta ovest
del rosone occidentale misura la medesima distanza che dal
centro del labirinto di Chartres misura dalla porta ovest, la
cui ipotenusa è la distanza che divide il centro del rosone dal
centro del labirinto, che viene così a formare una sorta di
triangolo. Se la facciata ovest appoggiasse sul piano della
navata, la vetrata del rosone dovrebbe all’incirca cadere sul
labirinto.
Non è un caso che vi sia nella vetrata in cui campeggia il
Giudizio Universale che significa il momento in cui i
redenti superano il Tempo e la Morte riuscendo
finalmente a giungere alla Gerusalemme Celeste. Per
tramite del percorso iniziato riusciamo a giungere purificati
alla meta.
Prof. ALESSIO VARISCO
Storico dell’arte
Direttore Antropologia Arte
Sacra
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