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La seconda Crociata

 

Non esiste una tradizione crociata nel corso del XII secolo. Non solo perché la parola crociata non è usata: in fondo chi andava, chi accettava la spedizione militare per la conquista o la conservazione dei luoghi santi nelle mani crociate prendeva, appunto, la croce, il simbolo del pellegrinaggio, e prendeva il nome di crucis signatus, segnato dalla croce, che è senza dubbio, anche lessicalmente, l'antenato della nostra parola crociato. Però una tradizione crociata nel XII secolo non esiste perché le tre spedizioni che noi chiamiamo crociate sono a distanza di mezzo secolo, cioè la distanza che nel XII secolo era della vita intera di un uomo, l'una dall'altra. Quindi nessuno ha proclamato in Occidente, come qualche film americano invece ci farebbe credere, la seconda crociata. Nessuno ha predicato la seconda crociata, nessuno ha avuto l'impressione che la spedizione nata in Occidente in aiuto del Regno di Gerusalemme pericolante per l'attacco che veniva dal nord, dal mondo turco-siriaco del nord, fosse una seconda crociata, quindi qualche cosa di collegabile agli eventi che mezzo secolo prima, nel '99, avevano permesso la conquista di Gerusalemme. La cose non stanno in questo modo se non in una ricostruzione, in una razionalizzazione moderna di molto tempo successiva.

Quindi la cosiddetta seconda crociata è una spedizione in appoggio al Regno di Gerusalemme, giustamente invocata dallo stesso re di Gerusalemme, come è stato appunto detto, che parte anche grazie alla predicazione di un grande personaggio, del più grande mistico del XII secolo, personaggio-chiave della conquista, dell'organizzazione della crociata stessa, così come era stato un personaggio-chiave nella legittimazione di quello che è forse il più famoso anche se non il più fortunato degli ordini religioso-militari, cioè i Templari. Questo personaggio, patrocinatore dei templari prima, predicatore della crociata dopo, è Bernardo di Clairvaux, il grande mistico cistercense. La spedizione parte, e parte grazie all'impegno di due grandi sovrani: il re di Francia, Luigi VII; e il re di Germania, pretendente quindi alla corona imperiale, Corrado III. Quindi siamo davanti alle due fondamentali teste coronate del XII secolo che si muovono per una spedizione il cui fine è difendere il possesso cristiano occidentale di Gerusalemme. È qualche cosa di straordinario anche rispetto a quella che noi chiamiamo la prima crociata, che non aveva visto personaggi di questo livello muoversi nel pellegrinaggio armato.

La seconda crociata è straordinariamente ben organizzata, non ha nulla a che vedere con la caoticità, la disorganizzazione, la contraddittorietà della prima. Solo che la prima, forse sfruttando proprio l'effetto sorpresa che derivava dalla sua struttura folle, la prima è riuscita in qualche modo, o comunque ha portato un risultato forse non voluto, forse non cercato, forse non atteso, forse segnato solo da pochi mistici folli: la conquista di Gerusalemme. La seconda crociata, così ben razionalisticamente organizzata, in cui c'è anche una delle protagoniste, una donna, una signora della cultura cortese, della grande cultura europea del tempo, Eleonora d'Aquitania, allora regina di Francia che più tardi diventerà regina di Inghilterra, divorzierà dal re di Francia e sposerà Enrico II d'Inghilterra: nella seconda crociata ci sono anche le basi per una delle divisioni storiche, delle inimicizie storiche del territorio della nostra Europa, l'inimicizia tra l'Inghilterra e la Francia.

La seconda crociata fallisce.

Più tardi, con la terza crociata, avremo forse un ampliarsi successivo di questa direzione di sviluppo storico. Ma anche la terza crociata nascerà da un altro episodio casuale, a modo suo: la conquista di Gerusalemme da parte del Saladino, che era un episodio in gran parte atteso, temuto, ma che non aveva, in fondo, un vero collegamento con quanto era avvenuto prima.

                    Prof. Franco Cardini

 


 
 
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