Templari e massoni: è
fantastoria!
Inutile, non ci si salva più. È
proprio vero che al peggio non c'è fondo. Il Codice da Vinci di
Dan Brown arriva sotto l'albero di Natale degli italiani, la
maggior parte di loro entra in librerie solo una volta all'anno,
quando c'entra, appunto per regalar qualcosa. E che cos'altro,
anche solo per curiosità, se non il best seller dell’anno? Tanto
più che nel frattempo sono in arrivo altre bufale.
Intanto un'edizione del Codice
formato lusso con illustrazioni, ovvio specchietto natalizio per
allodole italiote: venghino venghino, e verranno. Poi un altro
romanzaccio del Brown, Angeli e demoni, uscito negli Stati Uniti
nel 2000 e ora prontamente riciclato sull'onda del successo.
Inoltre Mondadori fa uscire un libro che si presenta come la
chiave esegetica del Codice, vale a dire La verità sul Codice da
Vinci di Bart Elirman, che aggiunge equivoco ad equivoco,
falsificazione a falsificazione, confusione a confusione. E poi
,ciliegina su questa poco appetibile torta, il Misterissimo ci
aspetta in agguato nelle sale cinematografiche, dove l'aspirante
esoterista italiota si sciroppa beato "Il mistero dei Templari".
Ma andiamo per ordine.
Angeli e demoni è un thriller
giallo-nero che ci porta in giro per la Roma barocca: eroi di
esso sono gli adepti della sètta degli “Illuminati”, un Ordine
massonico che si riuniva nella Roma del Rinascimento per
distruggere la Chiesa cattolica, considerata la nemica del
genere umano. Nella trama entrano un libro di Galíleo custodito
nell'Archivio Segreto Vaticano e altri ingredìenti che,
intendiamoci, sarebbero del tutto innocui se proposti a un
pubblico abbastanza colto da poterli metabolizzare: e, in questo
caso, perché non divertirsi? In fondo, qui c'è un po'di Giordano
Bruno, un po’ di Athanasius Kircher, parecchio Bernini, una
spruzzata di Roger Peyrefitte e un po' di “Roma magica”, quella
del marchese di Palombara e della “Porta magica” di
PiazzaVittorio. Un discreto cocktail.
Il punto è che esso è
indigeribile per la stragrande maggioranza della gente, la quale
non sa nulla di questa più o meno divertente paccottiglia e
quindi lo trangugia disarmata. Perché ignora anche alcune cose
tra le più serie e fondamentali della nostra cultura. Ignora ad
esempio che l'ermetismo, rielaborato nella Firenze del
Quattrocento sulla base di una serie di testi (alcuni falsi) di
età alessandrina, è uno degli elementi fondanti della cultura
moderna: e che, stando alla base della “tradizione” rosacruciana
e massonica, di gran parte della cultura illuministica,
dell'occultismo e dell'esoterismo contemporanei, costituisce una
porzione ragguardevole del substrato del nostro sapere diffuso
contemporaneo. È molto comune, al riguardo, pensar che tutte
queste cose - conosciute peraltro in modo confuso e superficiale
- siano la matería di cui è costituito “l'Irrazionale”, cioè
l'esatto contrario della razionalità e della scienza. Gravissimo
errore.
Ricerca scientifica e cosiddetto
“Irrazionale” hanno proceduto, nell'ultimo mezzo millennio e con
più vigore da tre secoli a questa parte, inestricabilmente
uniti: simbologia alchemica e spiritismo sono stati
l'interfaccia dello scientismo, l'anticristianesimo
“scientifico” e “razionale” degli scienziati moderni si è
costantemente abbeverato alle fonti del Mistero. O di qualcosa
che si faceva passare per tale. Non a caso la tradizione
massonica, oggi soggetta a molteplici revival, rivendica a sé,
con paradosso solo apparente, sia la paternità della critica
“razionalistica” del dogma, sia la primogenitura nel campo della
detenzione della Verità, naturalmente non già attinta attraverso
la Fede, bensì conseguita attraverso la Conoscenza (che in greco
si dice Gnosis). E la cultura gnostica è il ventre sempre
fecondo delle eresie cristiane, della “laicizzazione” moderna,
dell'ermetismo con i suoi Misteri, della ricerca scientifica
libera dalle “pastoie” ecclesiali e del pensiero
magico-esoterico.
La chiave concettuale di tutta
l’impalcatura de Il Codice da Vinci è il vecchio libro
d'un'egittologa genialoide, Il dio delle streghe di Margaret
Murray, nel quale s'ipotizza una “religione primordiale”
pacifica e femminile, detronizzata con la violenza da una
cultura guerriera e maschilista. Quella di Angeli e demoni è
l'idea di un curioso occultista francese dell'Ottocento,
Saint-Yves d'Alveydre, sostenitore dell'ipotesi della “Sinarchia”,
un Governo Centrale Segreto del mondo costituito dagli uomini di
scienza. D'altronde, quest'idea era in effetti, almeno in parte,
ricalcata sui principi degli “Illuminati”, non quelli del
romanzo del Brown bensì quelli veri, la sétta degli “Illuminati
di Baviera” fondata nel 1776 da un ex gesuita e professore di
diritto canonico, sostenitore del materialismo di Helvetius e di
Holbach e delle tesi sociali di Roussea, Adam Weishaupt, il
quale teorizzava un mondo guidato da un ristrettissimo gruppo di
sapienti dotati di ogni potere.
Le idee del Weishaupt vennero
riprese negli Stati Uniti durante gli anni Settanta
dell’Ottocento da Albert Pike, teorìzzatore di un Nuovo Ordine
Mondiale saldamente tenuto nelle mani di un'oligarchia segreta.
Queste idee, d'origine ermetico-massonico-illuministe,
circolarono vorticosamente nell'Europa otto-novecentesca
nutrendo di sé utopisti e politici: per strade e per rivoli
differenti, se ne abbeverarono i teorici del bolscevismo non
meno del giovane Hitler nella Vienna del primo anteguerra.
Potevano mai mancare, in tutto
ciò, i Templari? Naturalmente no: da quando nel XVIII secolo il
cavaliere Ramsay, uno scozzese fedele alla dinastia Stuart esule
in Francìa, s'inventò una connessione fra l'Ordine religioso
soppresso all'inizio del XIV secolo e la massoneria, essi ci
perseguitano. Sull'esile base di un’indicazione del poeta
duecentesco tedesco Wolfram von Eschenbach, a partire
dall'Ottocento si è cominciato a indicare nei poveri
frati-cavalieri perseguitati da Filippo IV di Francia anche i
detentori del “segreto del Santo Graal”, e da allora non ci si è
più salvati. Questa paccottiglia fantaculturale, bisogna
intenderci, sarebbe divertente e anche non priva d'interesse a
ricostruirsi nelle su vere linee: e ciò è del resto stato già
fatto. Vi sono al riguardo intere e serissime biblioteche,
inconsultate da chi preferisce correre dietro a Dan Brown. Ma
oggi non serve affaticarsi studiando e riflettendo: si legge un
libercolo e si diventa immediatamente dei Cavalieri dell'Ignoto.
Tutti insieme, esotericamente.
Il film Il mistero dei Templari,
diretto da Jon Turteltaub e interpretato da Nicolas Cage, ha già
sbancato in America e sta sbancando da noi. Qui però c'è la
variante americo-massonico-patriottica. Il tesoro dei Templari,
sfuggito alla rapacità del re di Francia e del papa, sarebbe
finito nelle mani dei Padri fondatori degli Stati Uniti - date
un’occhiata, sui biglietti di banca dì quel paese, al Great Seal
elaborato nel 1935, con Occhio e Piramide: tanto per saper di
chi stiamo parlando - e la mappa relativa si troverebbe
nientemeno che sul retro della Dichiarazione d'Indipendenza.
Alla fine dell’Ottocento, alcuni esoteristi giacobini
sostenevano che i Templari erano alla radice della Rivoluzione
francese; apprendiamo ora, grazie a questo film, ch'essi sono
anche all'origine di quella americana. God bless America.
Prof. Franco Cardini
©2008
Franco Cardini, da «Avvenire» del 19 dicembre 2004, qui
ripubblicato con il consenso dell'autore.
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