IL PIANTO DI GAZA
4 Febbraio 2009
Da tempo, da quando è scoppiato il conflitto
avevamo nel cuore il desiderio di raggiungere i cittadini di
Gaza, anche con la nostra presenza per esprimere la solidarietà
e la vicinanza in un momento così tragico e che ha lasciato
tutti senza parole.
Nel nostro cuore, penso che tutti serbavamo il
desiderio di stringerci insieme nella preghiera e portare la
testimonianza di come tutti i cristiani di Terra Santa, si sono
fatti carico di tanta sofferenza.
E
così mercoledi 4 febbraio una folta delegazione di tutte le
istituzioni religiose di Gerusalemme, si sono riunite per
accompagnare il Patriarca latino Fouad Twal.
La delegazione rappresentata dall’arcivescovo armeno ortodosso
S.E. Mgr Aris Shirvanian, S.E. Mgr Abba Mattias, arcivescovo
etiope ortodosso, il pastore luterano Jonassan ;il Padre
anglicano Michae Sellors, e per il Patriarcato latino Padre
Humam Khzouz, Shawki Baterian, Ilario Antoniazzi e Michael O'Sullivan,
e per la Custodia Francescana e la Parrocchia Latina San
Salvatore, ero presente io Padre Ibrahim Faltas.
Partiti di buon ora da Gerusalemme, percorrendo
le strade già assolate e desertiche siamo giunti al confine
principale di Rafah, che permette di entrare a Gaza, e qui il
primo ostacolo che abbiamo incontrato è stato il divieto da
parte dei soldati israeliani di non far entrare S.E. Mgr Suheil
Dawani S.E. Mounib Younan, rispettivamente vescovo anglicano
e vescovo luterano di Gerusalemme che sono rimasti bloccati alla
frontiera poiché non è permesso per una legge delle autorità
israeliane di entrare in territorio palestinese per coloro che
possiedono documenti israeliani.
Al nostro ingresso siamo stati accolti da diversi esponenti di
Gaza musulmani e cristiani, che ci hanno guidato durante tutta
la nostra
visita. Abbiamo visitato i quartieri di Beit Lahiyya e
Soudaniyya, lacerati dai bombardamenti, così anche la scuola
americana completamente distrutta.
La nostra visita è proseguita all’Ospedale Al
Shifa e all’ospedale Anglicano e nella scuola cristiana delle
Suore del Rosario, ripiegata dai frequenti bombardamenti, e che
già, in passato, queste Suore avevano subito delle incursioni da
maleintenzionati locali.
Ovunque distruzione, cumuli di cemento, strade
sconvolte dai bombardamenti. Camminando lungo le strade di Gaza
si respira ancora forte l’odore di polvere dei bombardamenti.
Le case sventrate, da dove si intravedono gli ambienti
ammobiliati semi distrutti, che tante famiglie hanno dovuto
abbandonare, per salvare almeno la loro stessa vita.
Camminando, tra le rovine, riaffiorano alla mente tutte le
immagini che nei giorni scorsi tutti abbiamo visto nelle riprese
televisive, ed è sconcertante vedere con i propri occhi tanta
distruzione!
Mi vengono in mente, le parole di Selin, che
spesso utilizzo durante le mie conferenze: “
La guerra è un massacro tra tanta gente che non
si conosce, nell’interesse di pochi che si conoscono, ma non si
massacrano fra loro”
Gaza è distrutta non solo in tutte le sue
strutture, ma gli uomini, le donne, i bambini sono atterriti,
distrutti da tanta violenza psicologicamente e fisicamente. La
città è ripiegata su se stessa, tanta gente a nord vive in tende
da campo improvvisate, non hanno più nulla. Ma ciò che mi ha
colpito maggiormente e lo sguardo smarrito di tanti bambini,
carichi di paura, di terrore perciò che i loro occhi hanno
visto e le loro orecchie hanno udito: l’urlo della
disperazione, il lamento delle madri che hanno perso un figlio,
il loro marito, gli affetti più cari. Gaza è la città dei
bambini, si contano più di seimila tra neonati e piccolini, ma
quale futuro ci sarà per loro? Tutto è da ricostruire,
soprattutto bisognerà aiutare a riacquistare la normalità della
vita ripartendo dal rispetto e dalla dignità di ogni essere
umano, che ha diritto di vivere in libertà e non come un animale
braccato!
Prima di lasciare Gaza abbiamo incontrato il
Parroco della parrocchia latina e P. Manuel Musallam. L’incontro
è stato commovente e nello stesso tempo sconvolgente,
concitatamente raccontava la sua esperienza e il suo dolore di
non aver potuto salvare dai bombardamenti tanti bambini
innocenti ; e qui più che altrove ogni religione, ogni ostacolo
viene abbattuto: musulmani e cristiani uniti dallo stesso
dolore.
L’appello che ha lanciato Padre Manuel Musallam
alla comunità internazionale e alla chiesa universale di aiutare
il popolo palestinese alla riunificazione politica, solo così si
potrà trovare una via un nuovo percorso per costruire un
progetto di pace.
La città di Gaza, malgrado la terribile
situazione, cerca di riprendersi, di rialzarsi. La gente ha
desiderio di reagire di fronte alla morte e al dolore, è un
dovere di tutti noi aiutare i bambini di Gaza, che in questi
giorni stanno riprendendo ad andare a scuola, con la speranza di
trovare una via per un futuro migliore.
Fr. Ibrahim Faltas
(Segnalato da:
Padre IBRAIM FALTAS, Ofm - parroco di Gerusalemme)
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