CELEBRAZIONE GIORNATA DEL MALATO E PROMESSA DEI NUOVI TERZIARI
FRANCESCANI
21 FEBBRAIO 2009
“AIUTACI SIGNORE NEI NOSTRI AFFANNI”
La sofferenza prolungata rompe equilibri meglio
consolidati di una vita, scuote le più ferme certezze della
fiducia e giunge a volte a far addirittura disperare del senso e
del valore della vita. Vi sono combattimenti che l’uomo non può
sostenere da solo, senza l’aiuto della grazia divina. Quando la
parola non sa più trovare espressioni adeguate, si afferma il
bisogno di una presenza amorevole: cerchiamo allora la vicinanza
di non soltanto coloro che condividono il nostro stesso sangue e
che ci sono legati con vincoli d’amicizia, ma la vicinanza di
coloro che ci sono intimi per il legame della fede. Chi
potrebbe esserci più intimo di Cristo e della sua santa Madre,
l’Immacolata? Più di chiunque altro, essi sono capaci di
comprenderci e di cogliere la durezza del combattimento
ingaggiato contro il male e la sofferenza. Cristo dispensa la
sua salvezza attraverso i sacramenti e, in modo speciale, alle
persone che soffrono di malattie attraverso la grazia
dell’unzione degli infermi.
Alla celebrazione della Santa Messa nella
giornata del malato, erano presenti molti malati, persone
disabili, ormai costrette alla carrozzina, che con grande fede e
generosità d’animo hanno voluto essere presenti per ricevere
l’unzione e la benedizione durante la celebrazione eucaristica.
Molti anziani, ma anche tanti bambini hanno partecipato alla
messa; i giovani del gruppo Raja, hanno elevato la loro
preghiera di lode intonando canti liturgici che hanno emozionato
i presenti.
Durante la funzione hanno ricevuto una
benedizione particolare dal parroco Padre Ibrahim Faltas un
gruppo di uomini e donne che hanno dato la loro disponibilità di
far parte dell’ordine del Terziario Francescano.
Durante l’omelia, il parroco attraverso la sua
preghiera ha incoraggiato tutte le persone ad affidare le loro
pene e la loro malattia nelle mani della Vergine Maria.
A tutti i presenti è stato consegnato un piccolo
dono come segno di riconoscenza per la testimonianza di fede
anche nella sofferenza
(Segnalato da:
Padre IBRAIM FALTAS, Ofm - parroco di Gerusalemme)
|