Un gesto dei legionari sul Golgotha
non va dimenticato perché è uno dei pochi, improntati ad
umanità, che solo loro, non i giudei, potevano fare a
Gesù: l’aver dato da bere al Salvatore, alla richiesta
pressante: “Ho sete”. Noi facciamo bene ad interpretare
questa richiesta, in senso spirituale; ma quello ovvio,
naturale, era di più facile comprensione per quei
romani.
Innanzitutto c’è da chiedersi come
abbiano fatto ad intendere quelle parole del Crocifisso;
se i legionari non capivano l’armaico. O si ammette che
qualche persona lì presente, abbia fatto loro capire il
senso di quella domanda, oppure che i militi
comprendessero l’aramaico, in cui sicuramente si
esprimeva Gesù ed allora l’esclamazione Eli… Eli…fosse
stata fatta non in aramaico, ma in ebraico, lingua
ufficiale della liturgia ebraica.
C’è poi da precisare con quale
strumento abbiano fatto giungere il liquido alle labbra
del Crocifisso, dato che la croce era alta. Il testo che
noi sentiamo nelle nostre liturgie, parla di canna ,
mentre un altro testo usa issopo, pianticella dei nostri
giardini. La traduzione esatta forse è: ..i soldati,
presa una spugna, inzuppatala in quell’aceto, la posero
su di una lancia e la porsero a Gesù.
Riguardo alla bevanda, c’è da
precisare che si trattava di una soluzione di acqua e
aceto, che i romani usavano, da contadini, per
dissetarsi sui campi e da legionari nelle campagne
militari.
La chiamavano “posca” e la
portavano in borracce di vario tipo.
Sul calvario l’avevano portata
evidentemente per altro servizio:disinfettarsi dopo
l’operazione macabra della crocifissione.
Ne avevano versata una buona
quantità, dice S.Giovanni, su di un catino, lì per
terra, e quando intesero il Sitio di Gesù, risolsero il
caso in quel modo.
Non era poco, in favore di un
plebeo, fatto passare per nemico di Cesare!
Don LUCIO LUZZI
Direttore “Vie dello Spirito” |