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Direttore:

Alessio Varisco

  • ALessio Varisco, Art Director dell'Associazione Culturale "Técne Art Studio". Designer. Maestro d'arte. Laureato in Scienze Religiose. Laurea specialistica in Antropologia dell'Arte Sacra. Storico e critico dell'arte. Professore alle Scuole Medie Superiori.

 

Curriculum

 

«La tesi centrale del contributo del Prof. Alessio Varisco tende a fare emergere il centro della riflessione analitica della religione, mediante il "manufatto" artistico. Si può quasi dire che i suoi scritti cercano di dis-velare quell'alone misterioso della forza primigenia che spinge "il farsi dell'arte" dalle mani dell'artista.

In questo senso le "mani" quasi strumento -l'artista un medium- fra un'esperienza universale dell'uomo -la religione- compiuta mediante un'opera d'arte.

Una sorta di viaggio, un saccheggio di diversi artisti e forme artistiche -quasi a zonzo- un "vagabondare" per l'arte e tra l'arte, non perdendo mai l'orizzonte che le varie anime e i molteplici interessi non sono riusciti a superare, il linguaggio dell'homo religiosus. Un'analisi profonda e continua sulle forme di un'arte che è espressione della “Deità”. Arte come segno della Trascendentalità che le deriva per mano del Creatore.

Alle origini della "filosofia" dell'arte della religione -che la sottende e la genera-, nel momento in cui si delineano i contorni di questa disciplina. Orbene la definizione non è scontata, né ininfluente, "Teologia dell'arte" appunto! Analisi dello sfondo della svolta linguistica, del lessico più intimo dell'arte ove il problema del "senso" e del "significato" del linguaggio religioso si mischiano con la difficoltà di esprimerlo in asserti, mentre la facilità nel far fluire la mano... ecco che deriva direttamente da Dio! E l'artista non è che un demiurgo, una sorta di monaco che rappresenta un'eikon che è anche eidos.

Questi, i diversi campi di indagine. Appare indicativa la situazione per quanto concerne l’esperienza del fare un'arte religiosa e il problema del pluralismo di stili-lessici e univocità del significato trasmesso mediante l'arte. Ecco tornare dunque un "problema": il linguaggio, ma attraverso il tema (l'esperienza del nouminoso -vedasi Rudolf Otto-) si può -mediante il fil-rouge- appropriarsi del suo riferimento alla esperienza dell'uomo in ciascun epoca. Negli articoli si noterà uno spostamento dal senso al riferimento, (il primo l'animo religioso dell'artista) nell’ambito del permanere dell’orizzonte linguistico.

L'autore dimostra, con determinata passione, uno sguardo intimistico su di un mondo "liminare" quello dell'arte e della teoria dell'arte, cercando di abbracciare la teologia, la antropologia religiosa. Certo è che il suo assunto è il seguente: l'arte è non solo "forma della forza estetica", ma anche "capacità della liturgia"  -nell'accezione greca del termine “leitos ergon”, ossia “azione del popolo” (che crede). Il tutto senza mai perdere di vista il Novecento, la grande svolta epistemologica incorsa nel secondo dopoguerra, una filosofia analitica "elementare" (come la "geometria degli elementi").

Forse grazie a questo Autore la nascita di una epistemologia religiosa nell'arte?» [presentazione a cura di Técne Art Studio®]

 

 

 

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