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Cardinale Joseph Ratzinger

LA TEOLOGIA DELLA LITURGIA

 

IL NUOVO TEMPIO

Vorrei ora richiamare ancora in modo molto breve altre due linee di avvicinamento all’aspetto centrale della questione.

A mio avviso, una indicazione importante è data nella scena della purificazione del tempio, in particolare nella forma tra smessa da Giovanni. In realtà Giovanni riferisce una parola di Gesù che nei Sinottici è presente soltanto durante il processo a Gesù sulle labbra di falsi testimoni e in modo deformato.

La reazione di Gesù riguardo ai mercanti e ai cambiavalute del tempio era nella pratica un attacco contro le immolazioni di animali che vi erano presentati, dunque un attacco contro la forma esistente del culto, del sacrificio in generale.

E’ questo il motivo per cui le competenti autorità ebraiche gli domandano, con pieno diritto, con quale segno Egli giusti- fichi una tale azione che equivaleva a un attacco contro la legge di Mosè e le sacre prescrizioni dell’Alleanza. In propo sito Gesù risponde: Distruggete (dissolvete) questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere (Gv. 2,19).

Questa sottile formula evoca una visione di cui Giovanni stesso dice che i discepoli non la compresero, se non dopo la risurrezione, ricordandosi gli eventi, e che li condusse a credere alle Scritture e alla Parola detta da Gesù (Gv. 2,22). Ora infatti comprendono che al momento della crocifissione di Gesù il tempio è stato abolito: secondo Giovanni, Gesù fu crocifisso esattamente nel momento in cui gli agnelli pasquali venivano immolati nel santuario.

Nel momento in cui il Figlio si consegna in persona come agnello, vale a dire si dona liberamente al Padre e così (pure) a noi, giungono alla fine le antiche prescrizioni del culto, che non potevano essere altro che un segno delle realtà autentiche. Il tempio è distrutto. E ormai il Suo corpo risuscitato - Lui stesso - diventa il vero tempio dell’umanità, nel quale si svolge l’adorazione in Spirito e verità (Gv. 4,23). Ma Spirito e verità non sono concetti filosofici astratti - Lui stesso è la verità, e lo Spirito è lo Spirito Santo che da lui procede.

In tal modo, anche qui appare con chiarezza che il culto non è sostituito dalla morale, ma che il culto antico giunge alla fine, con le sue sostituzioni e i suoi malintesi, spesso tragici, perché la realtà stessa, il nuovo tempio, si manifesta: il Cristo risuscitato che ci attiva, ci trasforma e ci unisce a Lui. Ed è di nuovo chiaro che l’Eucaristia della Chiesa — per parlare con Agostino - è sacramentum del vero sacrificium — segno sacro nel quale si produce ciò che è significato.

 

Ndr: Il Santo Padre Benedetto XVI, l'allora Cardinal Joseph Ratzinger Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, in data 27 luglio 2002 inviava all'art director di Técne Art Studio un Suo pro-manuscripto autografo che desideriamo riproporVi.

 

 


 
 
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