La Chiesa Greco-Melkita in
Italia
La basilica di Santa Maria in
Cosmedin a Roma La basilica è retta da un archimandrita della
Chiesa melkita, il rev.mo mons. Mtanios Haddad. Edificata nel VI
secolo, la chiesa fu donata da papa Adriano I ad una colonia di
monaci greci, fuggiti alle persecuzioni degli iconoclasti e
stabilitisi su questa riva del Tevere, nota come Ripa Greca,
perché qui si era insediata la comunità greca.
I monaci greci in titolarono la
chiesa Santa Maria in Schola Greca ma già a partire dai primi
dell’Ottocento essa era nota come
Santa Maria in Cosmedin
(articolo a cura del Prof. ALESSIO VARISCO, storico dell'arte),
dalla parola greca “cosmidion” (ornamento) per le
splendide decorazioni con cui fu abbellita tra il 772 e il 795.
Durante il pontificato di papa Niccolò I (858-867) alla chiesa
furono aggiunti una sagrestia, l’oratorio e una residenza
diaconale; papa Gelasio II nel 1118 fece riparare i danni subiti
dalla struttura a seguito dell’invasione dei Normanni guidati da
Roberto il Guiscardo, mentre papa Callisto TI intorno al 1200
fece costruire il portico.
In questa chiesa furono eletti al
soglio pontificio papa Gelasio Il, papa Celestino III e anche
l’anti papa Benedetto XIII.
La basilica è stata assegnata da
papa Paolo VI al Patriarcato greco-melkita cattolico nel 1967.
Gli archimandriti
della Chiesa greco-melkita cattolica in Italia
In questi anni Gregorios III — con
il consenso scritto dei loro Vescovi — ha nominato archimandriti
alcuni sacerdoti latini con lo scopo di creare “ponti tra la
Chiesa latina e quella orientale”:
Mons. Riccardo Alessandrini,
prevosto della Santissima Trinità, Piacenza
Mons. Virginio Fogliazza,
prevosto di San Gualtero, Lodi
Mons. Renzo Francalanci,
rettore del santuario “Madonna del Giglio”, Prato
Mons. Luca Franceschini,
parroco del Duomo di Massa Carrara
Mons. P. Emiliano Redaelli,
rettore del Collegio San Francesco, Lodi
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